Autore: Annalisa Tancredi
Se sino ad oggi avete utilizzato acqua e sapone per il lavaggio dei vostri indumenti, è possibile che in un futuro prossimo vi basterà semplicemente esporli alla luce del sole per ottenere un effetto autopulente dei tessuti.
L’invenzione proviene da due ricercatori cinesi dell’Università di Shangai, Mingce Long e Deyong Wu, che hanno messo a punto nei laboratori accademici una nuova metodologie basata sull’applicazione delle proprietà delle nanoparticelle del biossido di titanio ai tessuti, al fine di ottenere un effetto smacchiante e disinfettante.
Il biossido di titanio è un noto catalizzatore in grado di degradare per ossidazione numerosi composti organici; quando viene esposto alla luce del sole ha la particolarità di eliminare lo sporco e disinfettare le superfici su cui viene applicato uccidendo i microbi; per queste proprietà il TiO2 è già largamente utilizzato in alcuni prodotti come vetri autopulenti, piastrelle per cucina, asfalti ma anche vernici e creme solari.
La sperimentazione dei due ricercatori cinesi prevede l’utilizzo di un rivestimento di biossido di titanio alle fibre dei tessuti; in questo modo la molecola del titanio attiverà il processo chimico di autopulitura in seguito all’esposizione al sole; il test di sperimentazione è stato fatto sporcando i tessuti con una macchia arancione di metilarancio, un colorante chimico, e i risultati sono stati quelli prospettati: con l’esposizione alla luce, il tessuto si è autopulito senza lasciare traccia del colorante. ''Una volta esposto al sole il cotone ha eliminato il metilarancio, e anche i batteri presenti sulla superficie – si legge nell'articolo dei due chimici cinesi - e il processo è rimasto efficiente per diversi lavaggi''.
In seguito ai lavaggi il tessuto continua a mantenere le sue proprietà nel tempo e la formula, inoltre, è perfezionabile con l’aggiunta di ioduro d’argento, un composto fotosensibile utilizzato per le pellicole fotografiche e in medicina come disinfettante o per la costruzione di protesi.
L’uso del diossido di titanio e in generale delle nanotecnologie, in ogni caso non è stato esentato da polemiche per la presunta tossicità, soprattutto nell’ambito della cosmesi; alcune ricerche hanno riportato che le radiazioni provenienti dal Sole possono aumentare la tossicità delle nanoparticelle di TiO2 da 20 a 40 volte e che queste vengano poi assorbite dall’epidermide.
L’invenzione proviene da due ricercatori cinesi dell’Università di Shangai, Mingce Long e Deyong Wu, che hanno messo a punto nei laboratori accademici una nuova metodologie basata sull’applicazione delle proprietà delle nanoparticelle del biossido di titanio ai tessuti, al fine di ottenere un effetto smacchiante e disinfettante.
Il biossido di titanio è un noto catalizzatore in grado di degradare per ossidazione numerosi composti organici; quando viene esposto alla luce del sole ha la particolarità di eliminare lo sporco e disinfettare le superfici su cui viene applicato uccidendo i microbi; per queste proprietà il TiO2 è già largamente utilizzato in alcuni prodotti come vetri autopulenti, piastrelle per cucina, asfalti ma anche vernici e creme solari.
La sperimentazione dei due ricercatori cinesi prevede l’utilizzo di un rivestimento di biossido di titanio alle fibre dei tessuti; in questo modo la molecola del titanio attiverà il processo chimico di autopulitura in seguito all’esposizione al sole; il test di sperimentazione è stato fatto sporcando i tessuti con una macchia arancione di metilarancio, un colorante chimico, e i risultati sono stati quelli prospettati: con l’esposizione alla luce, il tessuto si è autopulito senza lasciare traccia del colorante. ''Una volta esposto al sole il cotone ha eliminato il metilarancio, e anche i batteri presenti sulla superficie – si legge nell'articolo dei due chimici cinesi - e il processo è rimasto efficiente per diversi lavaggi''.
In seguito ai lavaggi il tessuto continua a mantenere le sue proprietà nel tempo e la formula, inoltre, è perfezionabile con l’aggiunta di ioduro d’argento, un composto fotosensibile utilizzato per le pellicole fotografiche e in medicina come disinfettante o per la costruzione di protesi.
L’uso del diossido di titanio e in generale delle nanotecnologie, in ogni caso non è stato esentato da polemiche per la presunta tossicità, soprattutto nell’ambito della cosmesi; alcune ricerche hanno riportato che le radiazioni provenienti dal Sole possono aumentare la tossicità delle nanoparticelle di TiO2 da 20 a 40 volte e che queste vengano poi assorbite dall’epidermide.
Nel nostro corpo è presente in quantità rilevabile, non è un metallo velenoso e pare che il corpo umano sia in grado di tollerarne anche un’elevata quantità. In ogni caso le conseguenze dovute alla sovraesposizione e inalazione possono provocare leggere variazioni nei polmoni, difficoltà di respirazione e irritazioni cutanee.
Fonte: Veneto Nanotech