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sexta-feira, 20 de abril de 2012

Nano-whisky: Sulla Stazione spaziale si fa il whisky


Una distilleria scozzese ha inviato nello spazio del malto per vedere come matura in assenza di gravità


Il dott. Bill Lumsden nel suo laboratorio delle distillerie ArdbegIl dott. Bill Lumsden nel suo laboratorio delle distillerie Ardbeg
MILANO - Le attività sulla stazione spaziale internazionale Iss si stanno ampliando e non si trascura nulla di ciò che potrebbe migliorare la vita sulla Terra; whisky compreso. Nulla di clandestino, comunque: non è in atto alcun tentativo per brindare all’insaputa dei centri di controllo di Mosca o di Houston. Gli alcolici sulla base orbitale sono formalmente proibiti. Ma ci sono voci che qualche brindisi lo evocano. Ora il discorso è molto serio perché da Ardbeg, sull’isola di Islay, in Scozia, sono partiti campioni di malto diventati materia di ricerca sulla grande casa cosmica.
GRAVITÀ - Era stati portati lassù con una navicella automatica Progress nell’autunno scorso e ora sono nel vivo della sperimentazione che durerà un paio d’anni. Ardbeg è noto per la sua distilleria che sforna whisky di malto dal 1798. E i suoi esperti, per cercare di migliorare il prodotto, ora hanno addirittura pensato di alzare gli occhi al cielo e vedere se l’assenza di gravità influisce in modo particolare sul malto tanto da ricavarne benefici effetti utilizzabili anche sull’isola.
STUDIO - A rivelare l’insolito e primo tentativo è stato l’International Science Center di Edimburgo il quale ha spiegato in dettaglio l’operazione. L’obiettivo è studiare le molecole dei terpeni attive sul fronte degli aromi e che senza l’influenza del peso potrebbero subire qualche variazione interessante. Almeno così sperano gli sperimentatori. L’impegno è notevole perché alle spalle dei tecnici di Ardbeg ci sono gli specialisti della NanoRacks LLC, una società impegnata nel campo delle nanotecnologie.

«Studiando i processi di maturazione contiamo di ricavare suggerimenti da applicare anche nei sapori di altri alimenti», nota Michael Johnson, responsabile dell’indagine, «e persino nei profumi». Se il tutto funzionerà lo si proverà, comunque, nei laboratori terrestri riportando i campioni di malto ben chiusi nei loro marchingegni. Per evitare tentazioni. La prova con il whisky spaziale è prevista, al momento opportuno, tra le solide mura della distilleria scozzese.
Giovanni CapraraFonte: Corriere della Sera